Vincenzo Albanese, Presidente FIMAA Milano, Monza & Brianza e Vicepresidente Nazionale FIMAA interviene su Il Sole 24 Ore.
“Milano è la quarta economia europea per crescita, produce il 10% del Pil italiano e ospita circa 3mila multinazionali, un terzo di tutte quelle presenti in Italia, che impiegano quasi 300mila dipendenti. Le transazioni immobiliari crescono del 20% ogni anno, e nel 2016 sono arrivati in città 7,6 milioni di turisti, stando al Global Destination Cities Index.
Considerando il perimetro della città metropolitana, con oltre 130 comuni per una estensione di 1.575 km e 3,2 milioni di abitanti, l’area rappresenta un PIL di 162,3 miliardi di euro, pari al 10% circa di quello nazionale. Chi compone questi numeri? Un milione di imprese attive, oltre 6.000 multinazionali che garantiscono il 40% delle esportazioni italiane nei settori dinamici
Sono dati di tutto rispetto quelli messi in fila dal capoluogo meneghino ora posto di fronte a una sfida cruciale: quella del post Brexit. Si parla molto, infatti, del possibile arrivo in città di Euroclearing, il mercato dei derivati in euro, e dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco che dovrà spostarsi da Londra
Al momento, però, la città sembra impreparata ad accogliere 10000 nuovi soggetti sul territorio. Se e’ vero, infatti, che Milano eccelle nel campo sanitario e in quello dell’istruzione universitaria (la Bocconi e’ la decima università al mondo per l’economia e il Politecnico e’ la prima in Europa per l’ingegneria), e’ altrettanto vero che rimane ancora molto da fare nel campo dei servizi, dei trasporti (a eccezione dell’alta velocità, che avvicinato di molto i grandi centri urbani) e del residenziale
Su quest’ultimo aspetto, in particolare, e’ doverosa una riflessione. Anzitutto va notato come negli ultimi anni si sia costruito davvero poco a Milano: il rischio concreto e’ che, di fronte a un’esplosione della domanda, l’offerta non sia adeguatamente ricca e articolata e, di conseguenza, i valori s’impennino
In secondo luogo le realta’ provenienti da Londra avranno la tendenza a rivolgersi a societa’ immobiliari di caratura internazionale, in quanto brand solidi e gia’ conosciuti: tuttavia tali societa’ possiedono un focus maggiore sull’attivita’ corporate, con una minore expertise sul residenziale. Ecco, allora, che dovranno entrare in gioco le realta’ italiane di real estate, a patto che siano in grado di parlare perfettamente la stessa lingua (anche, ma non solo, nel senso d’idioma) dei loro interlocutori stranieri
Milano, infine, compete ormai con metropoli come Parigi, Berlino e la stessa Londra, città notevolmente più grandi del capoluogo meneghino. E’ impensabile, pertanto, un ragionamento su Milano che non comprenda tutta l’area della Città Metropolitana. Sarà di vitale importanza, allora, mettere da parte ogni tipo di campanilismo dei 134 Comuni che compongono la Città Metropolitana e trovare un collante che faccia remare tutti i soggetti coinvolti nella stessa direzione: la vittoria nella sfida del post Brexit“.
Così Vincenzo Albanese, Presidente FIMAA Milano, Monza & Brianza e Vicepresidente Nazionale FIMAA, è intervenuto su “Il Sole 24 Ore Radiocor Plus”.